mercoledì 12 dicembre 2012

Pioggia e tramontana


Capita un po’ a tutti noi che corriamo.
Ti alzi, piove.
Anzi, piove forte, c’è una tramontana che ti dà un bel ceffone quando ti affacci alla finestra.
E la tramontana per chi corre sul mare è un notevole avversario. E fa anche abbastanza freddo.
La prima tentazione è di tornare a letto, un po’ incazzati.
E a volte, infatti, è quello che succede.
Non sempre però! Domenica ho deciso di uscire ugualmente, con mia madre che mi guardava un po’ con la compassione che si dedica ai malati di mente e un po’ con l’incazzatura tipica delle mamme.
Il tempo di prepararmi e sono fuori: non volevo perdermi una uscita e, in realtà, mi andava anche di correre un po’ in condizioni avverse; a me piace correre col vento forte, anche se bisogna ammettere che c’era un’abbondanza di fenomeni atmosferici!
Scarpe da gara ai piedi, intenzione di fare un medio.
Mi faccio i soliti 700 metri che mi separano dal mare correndo piano, per scaldarmi.
Fa freddo, il vento si sente sotto la maglia aderente e sulle cosce.
La pioggia si sente poco finchè ci sono i balconi.
Ma arrivati sul lungomare, nulla ti protegge più.
All’inizio è dura tenere gli occhi aperti (se incrociassi qualcuno penserebbe che corro ammiccando!), con la pioggia controvento, i primi 2 chilometri sono difficili, non si riesce manco a percepire bene il ritmo.
Poi le curve mi aiutano a prendere il vento di lato e da dietro, facendomi un poco tirare il fiato.
Vado al ritmo del medio, più o meno sui 4’30”, sento l’acqua entrare nelle scarpe quando non riesco ad evitare le pozzanghere. Quando mi sento bello caldo, finalmente, e il ritmo è diventato agevole da mantenere, non sento più la pioggia e contrasto il vento. Il passo si fa più leggero e la strada scorre sotto i piedi.
È stata davvero una bella uscita! Con quei pochi runner incrociati, peraltro coperti con k-way svolazzanti e cappucci, ci si saluta con un sorriso: alla fine siamo soddisfatti, ci sentiamo dei piccoli eroi anche se non ce n’è motivo, diciamoci la verità.

Però la corsa è così, ti mette di fronte a te stesso, ti fa sentire un po’ più disteso e ti mette al centro di una serie di sensazioni e percezioni piacevoli, inclusa la fatica: ruota tutto intorno a te, inclusa la possibilità di non farcela, di mollare, di fallire.
È più probabile, razionalmente, che siamo un po’ fessi ad uscire con questo clima, a maggior ragione perché non siamo dei professionisti vincolati da contratti e obblighi prestazionali, ma si coltivano piccole follie giorno per giorno.
E comunque non mi è manco peggiorato il mio perenne raffreddore, quindi vittoria su tutta la linea!
Vi lascio con una canzone più o meno a tema!

sabato 24 novembre 2012

Barimarathon, 18 novembre 2012


Una gara davvero bellissima!
È vero, ne ho fatte solo 3 fino ad ora, ma questa è da ricordare! La prima sorpresa è stata non molto gradita. La gara doveva essere lunga 9,7 km ed invece era stata portata a 13 km. Calma e gesso.
È stato necessario pensare ad un passo di gara diverso: la distanza non è un problema, nei lunghi faccio più km, ma il passo gara mio, che oscilla tra 4’20 e 4’25”/km è tarato sui 10k!
Rimugino mentre mi scaldo, faccio gli allunghi e mi schiero sulla linea di partenza.
Colpo di pistola, si parte!
Passati i primi 2 km si comincia a cercare un passo comodo vista la distanza: mi attesto sui 4’30”, il passo che porto nel medio in allenamento; mi sento bene, lo posso reggere.
Dopo qualche chilometro mi aggrego ad un gruppetto che fa i 4’30” come un metronomo, mi sarà utile!
Saliamo sulla muraglia, approfitto della salita, dove di solito vado bene, per tirare il fiato rispetto ai compagni di questi km. Poi scoprirò che loro avrebbero proseguito per la mezza maratona, quindi immagino che in salita andassero di conserva.
Quando siamo scesi dalla muraglia e rientrati sul lungomare, quelli della mezza hanno proseguito a destra, noi della mezzo fondo a sinistra: ebbene, siamo rimasti un gruppetto davvero piccolo! Quelli veramente veloci erano molto più avanti e un gruppetto di livello più basso, noi, era molto più sparuto. Dietro di noi tantissimi runner più lenti.
Era il chilometro 9,5 e le cose si son fatte difficili.
Siamo andati avanti tirando a turno in 3, alzando decisamente il passo. Ho saltato anche il ristoro, non era più tempo per bere acqua. Chiudiamo il chilometro 10 a 4’22”. Troppo forte, forse.
Un ragazzo del gruppetto si stacca, ma 30 metri dopo ne intercettiamo due che erano davanti, in crisi. Tentano di stare al passo: uno cede quasi subito, l’altro ci regge, sbuffando come una locomotiva!
Chiudiamo il chilometro 11 a 4’24”, mi sembra di reggere anche se iniziano i dolori sotto le costole: sono oltre le 170 pulsazioni al minuto da un po’ oramai e quindi un minimo di sofferenza per la pressione degli organi sul diaframma è normale.
In realtà vado un poco in difficoltà: cerco di reggere il passo dei due compagni di questo pezzo, correggo la falcata, accorciandolo e rialzando la frequenza, come mi è consueto. Conto i passi per ingannare il momento difficile, siamo a 186 passi al minuto. Mi dico che va ancora bene, ci sto, le gambe girano e allora la testa si alleggerisce.
È in questo momento che il ragazzo che avevamo ripreso fa un rapido allungo: perdo qualche metro, ma recupero in progressione, il terzo del gruppetto arranca.
Un altro scatto, il terzo si stacca, io pensavo di non farcela più, ormai, e stavo per cedere. Ma alla fine mancavano meno di 2 km, circa 8 minuti, ho provato a reggere. Mi sono autoconvinto.
E ho retto.
Siamo rimasti in due, il ritmo è alto, il ragazzo scatta ancora. Ma ormai ho capito, è un tentativo di staccarmi e sono più tosto io! Faccio un’altra progressione e lo recupero, passandolo lievemente. Nel frattempo si chiude il chilometro 13, a 4’17” al km, facciamo l’ultima curva e vediamo il traguardo!
Ultimo scatto del mio compagno del finale, mi passa di 5-6 metri: in quel momento ho pensato di perdere questa piccola sfida, ma ho anche pensato che questo sarebbe stato il momento buono per lanciare la volata! O la va o la spacca.
Allungo un poco, scatto pure io, lo affianco. Lui regge per qualche metro, trovo le energie per aumentare ancora il passo e lui cede mentre porto il passo al massimo! Taglio il traguardo tra gli applausi, dedicati ad entrambi per la bella volata, non so ancora in che posizione sia arrivato tra i liberi: in realtà mi interessa poco, ma sto comunque aspettando la pubblicazione delle classifiche!
Il ritmo è stato altissimo, la corsa molto bella e ho davvero passato il mio limite!
4’28” circa su questa distanza è una cosa mai provata e provare certe cose in gara equivale a scommettere, a rischio di saltare. Ma si corre principalmente con la testa, poi coi polmoni e infine con le gambe.
Dopo la linea finale ci siamo complimentati a vicenda, anche col terzo compagno che è arrivato staccato di una trentina di secondi.
Grande soddisfazione per tutti, meno per il fatto che sono dovuto tornare a casa correndo, ero senza mezzi! A passo di bradipo, poco sotto i 6’, ma ho fatto altri 3 km. Col sorriso stampato sulla faccia però!
Per gli amanti delle statistiche: 13,2 km in 58’54” con chilometri intermedi ai seguenti tempi
4’27”; 4’29”; 4’31”; 4’34”; 4’33”; 4’30”; 4’31”; 4’29”; 4’37”; 4’22”; 4’24”; 4’21”; 4’17”; 3’42” (passo sui 200 metri finali).
57° Assoluto, 21° di categoria a 12'07" dal primo di categoria
Sono quello col 1171, per chi non mi conosce ;)